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di Mohammed Soudani, con Mona Petri, Pasquale Aleardi, Jean-Luc Bideau, Stefan Kolmuss, Bruno Ganz
(Svizzera - Algeria, 2009)
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Per la loro prima coproduzione Svizzera e Algeria non potevano capitare meglio. Profondamente radicato dagli anni Ottanta in Ticino, Mohammed Soudani non aveva voluto rivedere la sua terra fino al 2002 di GUERRE SANS IMAGE, lucida e poetica rivisitazione della memoria da parte di un sensibile documentarista. Questo nuova esplorazione in un villaggio perduto nel deserto ai confini con il Marocco avviene invece affidandosi alla fiction: scritta da Soudani e Lorenzo Buccella, è la storia di una coppia di svizzeri costretta da una panne del veicolo a fermarsi a Djanet nel loro viaggio verso Timbuctu. Attorno al taxi phone, unico e imprescindibile legame con l'esterno, si organizzano le peripezie dei personaggi: meglio ancora, quelle dello sguardo sempre magico del cineasta sugli ambienti, il deserto mirabilmente stilizzato, gli squarci di luce negli interni, l'encomiabile volontà di abbandonarsi ai silenzi, al pudore della contemplazione. Poi, quando dalla panne nel deserto si passa a quella della camera da letto il bel deserto dei tartari tende a sfumare assieme ai miraggi.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
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